Sole 24 Ore 04 Maggio 2016 - Un aumento di capitale pari al doppio della capitalizzazione e un nuovo piano industriale per sedersi al tavolo dei creditori a rinegoziare un bond che sta affossando i conti del gruppo. Waste Italia prova a riemergere dopo i conti 2015 che vedono 39 milioni di perdite (rispetto al rosso di 29,5 milioni del 2014), su un fatturato di 133 (raddoppiato rispetto ai 64 milioni dello scorso anno), e un Ebitda comunque in forte crescita 36,5 (23,4 milioni nell’esercizio precedente).
«Il 2015 è stato per noi un anno difficile. Le dimissioni di Giuseppe Chirico da a.d. hanno creato difficoltà gestionali che hanno avuto un impatto sulla marginalità. Questa rimane ampiamente positiva ma ben lontana dai 55 milioni previsti, portando a una svalutazione importante degli avviamenti – spiega a II Sole 24 Ore l’azionista di maggioranza Pietro Colucci.- Inoltre il conferimento delle energie rinnovabili a Innovatec ha lasciato ancora degli asset da dismettere gravati da debito. Infine scontiamo gli oneri finanziari del bond da 200 milioni lanciato nel 2014 per ripagare le banche italiane e per chiudere l’acquisizione di Geotea in Liguria.