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“Un vecchio adagio dice che
una visione senza un piano è un sogno
e un piano senza una visione è un incubo:
in Italia siamo riusciti, negli ultimi 20 anni,
a fare entrambe le cose.”

PIETRO COLUCCI

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“Siamo convinti che un'impresa
che investe correttamente in presidi ambientali
sia, alla fine, meno rischiosa
anche per chi concede credito.”

CITAZIONE DA INTERVISTA A NUOVA FINANZA

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“L’efficienza energetica è un tema
sul quale il sistema Paese dovrebbe concentrarsi,
avviando le realtà italiane a diventare smart grid.”

DALL'INTERVENTO AL FORUM QUALENERGIA 2015

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“ Il futuro di tutti passa attraverso
una presa di coscienza consapevole,
la condivisione e la partecipazione
di tutte le parti coinvolte
nel processo energetico dalla produzione
al consumo”.

DALL'INTERVENTO AL FORUM QUALENERGIA 2015

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“Da imprenditore sono abituato a essere pragmatico, ma sono anche sostanzialmente un sognatore.
E questo mi è servito.
Una visione di scenario proiettata verso un futuro diverso e la capacità di immaginare che il cambiamento sia un’opzione possibile,
nonostante i forti interessi economici coinvolti,
sono requisiti indispensabili
per operare nella green economy.”

CITAZIONE DA INTERVISTA A BUSINESS PEOPLE

In questa sezione sono riportati gli articoli riguardanti Pietro Colucci pubblicati sulle testate nazionali, internazionali e locali.
Gli articoli sono navigabili attraverso la selezione della testata giornalistica oppure selezionando il tag di riferimento, personalizzando il proprio percorso di lettura.

La Repubblica - 09/09/2011 -   NON ha usato mezzi termini Alberto Vacchi, presidente di Unindustria Bologna, per bocciare la manovra del governo: l’ha definita “una somma di provvedimenti fortemente recessivi, priva di elementi strutturali. Una manovra disattenta alle esigenze della crescita e dello sviluppo che continua a indebolire la competitività del nostro sistema industriale”. E ha proposto, come alternativa, la dismissione degli immobili pubblici, la riduzione delle tasse sui redditi bassi e la patrimoniale. Idea, quest’ultima, rilanciata, anche sulle pagine di questo giornale, dal presidente di Nomisma, Pietro Mediano, che ha proposto una patrimoniale a carico di quel 20 % di italiani che detiene il 45 % della ricchezza nazionale: si creerebbe una base imponibile di 2200 o 5000 miliardi, a seconda che si includano o meno gli immobili.

La Repubblica - 24/05/2011 -   VENERDÌ, alle 10,30, alla biblioteca Archimede di Settimo, viene presentato il libro «Vento a favore. Verso una proposta condivisa per l’ambiente, oltre gli schieramenti politici» un dialogo raccolto da Silvana Zamboni tra l’ex ministro all’Ambiente Edo Ronchi e Pietro Colucci, presidente e ad di Kinexia, società dedicata alla produzione di energie rinnovabili. E nello spirito del libro anche la platea della tavola rotonda legata alla presentazione sarà bipartisan: gli assessori all’Ambiente Ravello (regione) e Ronco (Provincia), i deputati Esposito (Pd), Ghiglia e Fluttero (Pdl). Poi verrà inaugurata l’Ecoteca: 500 volumi, video e riviste nel segno dell’ambiente.

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La Repubblica - 24/05/2011 -   Il rapporto di Assoambiente, che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali e ha svolto un censimento capillare di tutti gli impianti: entro 24 mesi tutta l’Italia vivrà il dramma già provato a Napoli. Nel giro di due anni tutta l’Italia rischia di conoscere il dramma vissuto da Napoli con l’emergenza immondizia. A lanciare l’allarme è un nuovo rapporto di Assoambiente, l’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, presentato oggi a Roma. Stando alle stime dell’organizzazione, che ha svolto un capillare lavoro di censimento di tutti gli impianti presenti sul territorio e del loro grado di “saturazione”, rimangono solo 24 mesi o poco più prima che tutte le discariche italiane abbiano esaurito le loro capacità di assorbire il flusso di rifiuti urbani e speciali senza sforare i limiti autorizzati.

Tenendo anche conto del fatto che nuove proroghe sono difficilmente immaginabili, visto che questa scorciatoia è già stata sfruttata in più di un’occasione, resta quindi poco tempo per evitare di far precipitare il Paese in un caos dalle conseguenze imprevedibili. In teoria le soluzioni per evitare il peggio ci sarebbero e si chiamano riciclo (da incrementare il più possibile) e incenerimento (per quelle componenti non differenziabili), ma Assoambiente avverte che ormai potrebbe essere troppo tardi. “Sulla base delle esperienze sino ad oggi registrate – denuncia il rapporto – la tempistica media per la progettazione e messa in funzione di un impianto prende da un minimo di quattro anni ad un massimo di quasi sei. E’ quindi evidente che, in base a questa tempistica e all’attuale trend di sfruttamento degli impianti di discarica, il Paese si trova già oggi in notevole ritardo per l’individuazione e la programmazione di soluzioni alternative o di potenziamento delle attuali capacità di smaltimento”.

Una situazione dalla quale secondo l’associazione si può uscire solo rimboccandosi le maniche e gettando basi per una gestione futura più lungimirante. Il dossier non suggerisce quindi ricette miracolistiche, ma si limita a fornire uno strumento per prevedere e cercare di gestire al meglio le prossime emergenze. “Questo rapporto – spiega il presidente di Assoambiente Pietro Colucci – costituisce un primo completo censimento degli impianti di trattamento di rifiuti esistenti in Italia e fornisce elementi per rilevare prossime situazioni emergenziali per il Paese in questo settore”. “E’ necessario – aggiunge – intervenire promuovendo sistemi integrati di gestione e l’industrializzazione del settore, che attualmente riscontra gravi e diffuse lacune operative.

Lo sviluppo del settore richiede, inoltre, un quadro normativo stabile e applicato in modo omogeneo a livello territoriale, caratteristica fondamentale per garantire i necessari investimenti e corrette condizioni di mercato. Infine, è necessario assicurare una condizione o regolazione (quando necessario) del mercato che favorisca lo sbocco dei materiali riciclati, al fine di evitare la sottoutilizzazione delle capacità autorizzate e di bloccare lo sviluppo di processi tecnologici in modo da non mancare il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio fissati in ambito europeo”. Alla cronica pigrizia e insensibilità italiana verso la raccolta differenziata si sono aggiunte infatti negli ultimi mesi anche le difficoltà legate alla crisi economica che ha portato a un crollo delle quotazioni dei materiali riciclati.